Chirurgia Ricostruttiva

Difetto Orizzontale

Per difetto orizzontale si intende la mancanza di sufficiente spessore della cresta ossea alveolare.

L’entità del difetto osseo si può associare a diverse situazioni cliniche:

  • In caso di creste estremamente sottili risulterà impossibile il posizionamento implantare
  • In caso di difetti crestali meno importanti, l’impianto endosseo potrà risultare osteointegrato ma mostrare al contempo delle zone di esposizione della superficie implantare con la comparsa quindi di fenestrazioni o deiscenze che espongono le spire implantari (con conseguenti inestetismi e rischio di contaminazione batterica)

Negli ultimi anni sono stati introdotti nel mercato impianti di diametro ridotto (inferiore a 3,3 – 3,5 mm) grazie allo sviluppo di nuovi materiali e a superfici che aumentano l’area effettiva di osteointegrazione. Nonostante ciò appare evidente che in alcuni casi sarà impossibile inserire impianti e che in altri, seppure possibile, l’inserimento avverrà in una posizione non protesicamente guidata, portando nella migliore delle ipotesi ad un compromesso protesico funzionale e/o estetico.

Difetto Verticale

Per difetto verticale si intende una mancanza di sufficiente altezza della cresta alveolare.

Questa condizione determina un aumento più o meno marcato della distanza inter-arcata tra i mascellari, riducendo al contempo la distanza tra la superfice crestale ed alcune strutture anatomiche di rilievo (seno mascellare, canale alveolare inferiore, pavimento del naso),  con il rischio che queste possano essere violate durante l’esecuzione di procedure chirurgiche per il posizionamento di impianti endossei.

Negli ultimi anni sono stati introdotti nel mercato impianti di lunghezza ridotta (inferiore a 7-8 mm) fabbricati con materiali e superfici che ne aumentano la resistenza meccanica e aumentano l’area effettiva di osteointegrazione.

Nonostante ciò appare evidente che in alcuni casi sarà impossibile inserire impianti senza danneggiare le strutture anatomiche indicate sopra e che in altri, seppure possibile, l’inserimento avverrà in una posizione non protesicamente guidata, portando nella migliore delle ipotesi ad un compromesso protesico funzionale e/o estetico.

Un particolare caso di riduzione verticale delle quote ossee non legato ad aumento della distanza intermascellare si verifica nel mascellare superiore, nei settori posteriori (premolari e molari). È legato alla fisiologica espansione del seno mascellare nel corso della vita e può essere accelerato dalla perdita degli elementi dentari. La correzione di questo difetto avviene mediante l’esecuzione di procedure di cosiddetto “rialzo” del seno mascellare.

Difetto Combinato Orizzontale e Verticale

Rappresenta una condizione clinica che assomma gli svantaggi di entrambe le situazioni cliniche sopra descritte, rendendo ancora più complessa la correzione del difetto.

Approfondimenti

Grande Rialzo del Seno Mascellare

Il seno mascellare è la più ampia cavità paranasale. Si espande fisiologicamente verso il basso durante tutto l’arco della vita con grande variabilità interindividuale. Questa espansione può subire un’accelerazione in seguito alla perdita di denti nei settori latero-posteriori del mascellare e lasciare un volume osseo incompatibile con il posizionamento di impianti endossei.

Per ovviare a questo problema si sono sviluppate tecniche volte alla elevazione della membrana di rivestimento del pavimento del seno mascellare (cosiddetto sinus lift), per consentire l’inserimento di impianti di dimensioni adeguate, in associazione o meno all’innesto di materiali nello spazio che si viene a creare.

Esistono due principali metodiche: il rialzo della membrana per via transalveolare (conosciuto anche come minirialzo) ed il rialzo con approccio laterale (grande rialzo).

 

Il grande rialzo del seno mascellare prevede, come detto, un approccio laterale, mediante la realizzazione di uno sportello osseo, che consenta di scollare e sollevare la membrana che riveste le pareti del seno mascellare e di interporre tra essa e l’osso mascellare dei biomateriali.

L’inserimento contestuale di impianti può essere eseguito solo se le quote ossee di partenza consentono una sufficiente stabilità primaria agli impianti endossei, viceversa questi andranno inseriti ad avvenuta integrazione del materiale innestato.

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